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Cromosomi XX: potere - essere - donna

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Messaggio Da Admin Dom Gen 24, 2010 7:40 am

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Cromosomi XX: potere - essere - donna Donna-11


Ultima modifica di Admin il Gio Feb 11, 2010 4:56 am - modificato 1 volta.
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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Punto sul cervello delle donne (R.Levi Montalcini)

Messaggio Da Admin Mer Gen 27, 2010 6:22 am

01/11/2009 Intervista a Rita Levi Montalcini da Diva e donna

PUNTO SUL CERVELLO DELLE DONNE

La scienziata, premio Nobel, racconta il suo impegno per l'istruzione e l’emancipazione femminili in Africa: «A vent'anni volevo trasferirmi lì per curare i lebbrosi; oggi appoggio l'istruzione femminile in 21 Paesi africani». «Mio padre non voleva che facessi ricerca, ma mia madre mi difese e incoraggiò». E rassicura: «Le macchine, prive di intuito, non potranno mai superare l'uomo». «Noi donne siamo più versatili e adattabili dei maschi»
ROMA - ottobre
Ha cento anni e cinque mesi la senatrice a vita e premio Nobel per la medicina Rita Levi-Montalcini. Eppure, nonostante l'età, lasciando sbigottiti quanti la incontrano, la professoressa, affettuosamente chiamata "la Montalcini" dai suoi collaboratori, sembra avere l'argento vivo in corpo. Lucida e attiva, continua a lavorare sia a in ambito scientifico sia in quello della -formazione e dell'istruzione che in questo momento sembra avere per lei la priorità su tutto. Nelle ultime settimane la senatrice non si è risparmiata: ha partecipato a Roma alla Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne promossa dal ministro, delle Pari opportunità Mara Carfagna, mentre nei giorni scorsi la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, da lei presieduta, ha organizzato la conferenza intitolata "L'istruzione: chiave dello sviluppo” in cui sono stati presentati i risultati raggiunti dalla Fondazione che ha erogato oltre diecimila borse di studio in favore della formazione e istruzione, da quella prescolare a quella universitaria, a donne appartenenti a differenti Paesi del continente africano. La senatrice non presiede solo la Fondazione ma anche l'Ebri. (European Brain Research Institute). Su questo fronte le cose però non vanno bene: infatti la penuria di fondi sta mettendo a dura provala vita dell'organismo per la ricerca sul cervello, voluto nel 2001 proprio dalla Montalcini. All'Ebri operano decine di ricercatori di eccellenza che. rischiano ora di ritrovarsi a spasso andando così, ancora una volta, ad alimentare. la fuga dei cervelli dal nostro Paese. I risultati della fondazione, tra l'altro, non mancano. Proprio durante l'estate è stata pubblicata una ricerca condotta con la supervisione della Montalcini e a cui ha partecipato, con altre istituzioni, anche l'Ebri, che ha portato alla sperimentazione di un collirio in grado di prevenire e combattere il glaucoma. Dunque la ricerca, la difesa delle donne dalla violenza e la promozione dell'istruzione in Africa, in special modo di quella femminile, sono al centro dell'attività di questa donna tenace e appassionata. Proprio per parlare di queste tematiche la Montalcini incontra "Diva e donna" nella sua bella casa romana, dove vive circondata dai quadri dipinti da sua sorella gemella Paola, dai libri e dai ricordi di una intera vita.
Lei è molto attenta al problema dell'istruzione femminile. Nel mondo occidentale sembra essere equivalente a quella maschile, ma non è così , in Africa. Ce ne può parlare?
«Negli ultimi decenni le donne dei Paesi ad alto livello scientifico e tecnologico hanno avuto, in parte, accesso a differenti settori superando il dogma che per millenni ha impedito loro la "conoscenza" in nome di una inferiore capacità intellettuale attribuita dal mondo maschile. Ebbene, oggi, all'inizio del terzo millennio l'analfabetismo affligge ancora milioni di persone e, in conseguenza di questo, si assiste allo sfruttamento e al mancato sviluppo di intere popolazioni del Sud del mondo. Proprio per questo motivo la fondazione che porta il mio nome e di cui sono presidente sta lavorando da anni per fronteggiare quest'emergenza con il sostegno all'istruzione. Attualmente abbiamo assegnato oltre diecimila borse di studio e le donne che hanno usufruito di tale beneficio hanno dimostrato l'efficacia della formazione ricevuta: hanno intrapreso un'attività lavorativa e, a loro volta, sono diventate portatrici di conoscenza e formazione a favore di un numero di individui in continuo crescendo. Proprio per questo l'efficacia dell'istruzione femminile è di estrema rilevanza nella riduzione della povertà, nella promozione dell'uguaglianza e dello sviluppo».
Quali sono i progetti principali finanziati dalla fondazione con borse di studio in Africa?
«Sono tanti e per farli conoscere abbiamo pubblicato un volume intitolato "L’istruzione, chiave dello sviluppo". Siamo presenti in ventun Paesi africani: dal Marocco al Mozambico, dall'Etiopia al Kenya, dall'Eritrea al Congo».
Sembra che lei sia legata in modo particolare all'Africa. Perché?
«Quando avevo vent'anni volevo andarci per curare i lebbrosi. Non ho potuto allora, ma adesso che ho oltre cento anni, ho capito che è urgentissimo venire in aiuto delle popolazioni africane che vivono in condizioni disperate. Quindi, la mia attività, oltre a quella scientifica che continua (spesso lavoro anche di notte), va anche a vantaggio delle popolazioni africane. Sono, per esempio, al corrente di una situazione gravissima nel Malawi, dove la gente muore letteralmente di fame. A questa gente devo far arrivare il mio intervento diretto».
In alcuni Paesi africani non si vede di buon occhio l'emancipazione femminile. Come fa a operare in quegli ambienti?
«Non è facile, e proprio per questo noi abbiamo rapporti con una donna coraggiosa e che difende l'emancipazione femminile. Si tratta di Hawa Aden che è a capo di una grande organizzazione umanitaria e che per la sua opera rischia continuamente la vita, minacciata da chi non vuole il progresso delle donne. Dagli integralisti islamici è vista come una sorta di demone che andrebbe soppresso».
Però anche qui, in Italia, quando lei ha cominciato gli studi scientifici, non erano viste con favore le donne ricercatrici.
«Si, è vero. Mio padre non voleva che io facessi ricerca. Chi mi difendeva era mia madre che, anzi, mi incoraggiava».
Ritornando ai problemi legati all'istruzione, anche in Occidente non tutto fila liscio: sembra che si ripresenti addirittura l'analfabetismo. Che cosa ne pensa?
«È vero: ho appreso di tanti casi di analfabetismo anche qui in Italia. Per questo motivo vanno sensibilizzati i giovani. E, a questo proposito, in collaborazione con l'assessorato all'Istruzione del Comune di Roma, abbiamo cercato di coinvolgere gli studenti delle scuole superiori affinché formulino proposte e considerazioni sulle problematiche mondiali dello sviluppo culturale e umano».
La ricomparsa dell'analfabetismo può far correre pericoli alla nostra società?
«Non credo che l'analfabetismo possa dilagare qui da noi. Piuttosto credo che si vada sempre più diffondendo l'incompetenza».
Da tempo, parlando di intelligenza artificiale, alcuni scienziati sostengono che si potranno costruire macchine capaci di pensare e di essere quasi superiori all'u**o. Lei che ha studiato il cervello umano lo ritiene possibile?
«No, non credo che una macchina possa superare in intelligenza l'u**o. L'u**o ha l'intuito, le macchine no. È questo che fa la differenza. È stato grazie all'intuito che, quando ero sola nella mia camera a fare esperimenti con mezzi rudimentali, ho fatto scoperte importanti, una delle quali, poi, mi ha portato a Stoccolma a ricevere il Nobel per la medicina. Dunque, nessuna paura: le macchine, non essendo dotate di intuito, non potranno arrivare a superare l'u**o e a dominarlo. I robot potranno solo essere di ausilio all'essere umano».
Perché, professoressa, lei preferisce lavorare con delle donne: reputa gli uomini meno capaci?
«Non è vero, ho avuto e ho ottimi collaboratori di sesso maschile. Alla Ebri, per esempio, è un u**o il direttore, Piergiorgio Strata. Detto questo, devo però aggiungere che l'elasticità mentale delle donne, coniugata con la nostra capacità di adattamento, ci rende più versatili».
Insomma, vuole dire che voi donne siete più in gamba di noi uomini?
«Non se ne abbia lei, è un bravo giornalista, però purtroppo è soltanto un uomo».
A. Parisi

Tratto da: http://www.ritalevimontalcini.org/scheda_rassegna.asp?IDrassegna=71

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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Margherita Hack e la discriminazione femminile

Messaggio Da Admin Mer Gen 27, 2010 6:37 am

Venerdì 22 gennaio 2010, in occasione della cerimonia conclusiva del corso "Donne, politica e istituzioni", l'astrofisica Margherita Hack interviene trattando la storia della discriminazione femminile in campo scientifico, lavorativo e politico:

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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Intervista parte 1

Messaggio Da Admin Ven Feb 05, 2010 1:50 am

Intervista di Barbara D'Urso alle cantanti Barbara Barbieri e Giuditta Guizzetti sul tema "Anoressia e bulimia".
Due problematiche importanti che colpiscono molte donne (e non solo) al mondo di cui troppo poco (e spesso troppo male...) sentiamo parlare...


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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Intervista -parte 2

Messaggio Da Admin Ven Feb 05, 2010 1:51 am

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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Re: Cromosomi XX: potere - essere - donna

Messaggio Da Aivan Mar Feb 09, 2010 7:00 pm



"Nel 2000 un gruppo internazionale di scienziati, esperti in paleogenetica,
ha dimostrato che il cromosoma femminile X si è definito in Africa 143.000
anni fa, mentre il cromosoma maschile Y si è definito (sempre in Africa) 59.000 anni fa.

Ulteriori analisi condotte su centinaia di campioni
hanno portato a correggere al rialzo la stima:
il cromosoma femminile è più vecchio di 125.000 anni di quello maschile.

Ciò significa che in tutto questo periodo la riproduzione

era esclusivamente partenogenetica e non eterosessuale.
La partenogenesi è la capacità naturale delle donne,
delle animale e delle piante di autofecondarsi,

riproducendo altri esseri femminili non identici,
arricchendo dunque l'eredità genetica, e non ha nulla a che fare con la clonazione.
La natura consente solo agli esseri femminili questa indipendenza biologica:
le donne possono tranquillamente riprodursi senza l'intervento maschile,
qualora le circostanze lo richiedano
(per esempio nel caso della scomparsa del genere maschile)."
Sorge spontaneo un interrogativo...

sarebbe stato poi un male così irreparabile
se tutto fosse continuato secondo il "piano Alfa"? Varietà genetica, selezione, conseguente adattamento.
D'accordo, ma questo miglioramento spinto fino
al parossismo non è fine a se stesso?


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Ultima modifica di Aivan il Mer Feb 10, 2010 7:22 pm - modificato 5 volte.
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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Re: Cromosomi XX: potere - essere - donna

Messaggio Da Aivan Mar Feb 09, 2010 7:15 pm

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Messaggio Da Admin Ven Apr 23, 2010 12:44 am

22 Aprile 2010

Rita Levi Montalcini compie 101 anni

Auguri Professoressa!

La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un' affamata.
E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.

(Rita Levi Montalcini)

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Cromosomi XX: potere - essere - donna Empty Seno, la vita oltre il tumore

Messaggio Da Admin Sab Apr 24, 2010 10:59 pm

Seno, la vita oltre il tumore

di A. Caperna

Sopravvivere era il massimo obiettivo, dopo una diagnosi di tumore al seno. Oggi non è più così: l’80% supera la malattia. Oltre 400mila italiane ci sono riuscite e guardano oltre. Pensano a un nuovo rapporto sentimentale (il 25% lascia il compagno) e a diventare mamma: 500 hanno avuto figli dopo una gravidanza naturale. Alcune invece scelgono l’adozione, a buon fine però solo per un centinaio di famiglie, a causa di burocrazia e pregiudizi, che rendono questo cammino un percorso a ostacoli. Come racconta Vittoria, la prima ex malata diventata madre adottiva nel nostro Paese nel 2004. È una delle protagoniste di Ho vinto io il volume di testimonianze di ex-pazienti, promosso dalla Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), disponibile in libreria. Grazie al supporto di Astrazeneca, il ricavato delle vendite sarà destinato a progetti di ricerca promossi dalla Fondazione. La garanzia di pari diritti è uno dei problemi fondamentali di chi guarisce, in famiglia e nella professione. Se il 40% ricomincia a lavorare a due mesi dalla diagnosi (il 74% a due anni), ben il 35% si sente discriminato. «È necessario che l’intero sistema assistenziale e sociale venga ripensato per offrire a queste centinaia di migliaia di persone i migliori strumenti per un più rapido e completo reinserimento nella vita di tutti i giorni», afferma Francesco Boccardo, presidente della Fondazione. «Ovunque si assiste a un sensibile calo di mortalità. In Italia, negli ultimi 5 anni, nelle donne al di sotto dei 49 anni è diminuita di ben l’11,2% - commenta Carmelo Iacono, presidente AIOM - La qualità delle nostre strutture oncologiche e dei professionisti che vi operano è elevata, ma purtroppo non mancano carenze, soprattutto negli strumenti necessari per il pieno recupero sociale. Basti pensare che la riabilitazione è oggi assicurata in poco più di 4 strutture su 10». L’esempio della gravidanza è uno fra i più emblematici di questa rivoluzione’ nella storia dei tumori: «Fino al decennio scorso veniva sconsigliata poiché il tumore al seno può risentire dei livelli di estrogeni e alcuni farmaci della chemioterapia possono indurre una menopausa precoce –conclude Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’IRCCS Regina Elena di Roma - Oggi invece gli studi confermano che le ex-pazienti non sono più esposte delle altre ai rischi di recidive e dunque non esistono controindicazioni alla maternità».

Pubblicato su Leggo, 21 aprile 2010
Tratto da:
http://www.leggo.it/view.php?data=20100421&ediz=MILANO&npag=9&file=AW_1938.xml&type=STANDARD



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